Vicini alle PMI per favorire il rilancio

Quali sono gli orizzonti del post pandemia e le prospettive di ripresa? Ne abbiamo parlato con il presidente di Confapi Taranto, Roberto Palasciano

«Sarà fondamentale sfruttare al meglio i ristori e i fondi messi a disposizione».
In cantiere il Progetto H2-SM per la produzione di energia verde

Vicini alla realtà delle piccole e medie imprese italiane. Più che mai nel periodo del post pandemia che dovrà servire al rilancio di tutte le filiere. E’ da sempre la mission di Confapi che si è ritagliata un ruolo sempre più importante sul territorio nazionale e anche a Taranto, dove opera una delegazione dinamica e propositiva, guidata dal presidente Roberto Palasciano.
Al presidente della Confapi Taranto abbiamo rivolto una serie di domande che riguardano il momento vissuto dalle piccole e medie imprese e le strategie di rilancio per l’immediato futuro, dopo il lungo “blocco” dovuto al Covid.
Il turismo estivo può rappresentare una formidabile occasione di rilancio, soprattutto in territori come Taranto e l’intero arco jonico “benedetti” dalla presenza del mare? Con quali e quante risorse? E, soprattutto, dove è possibile attingerle?
«Innanzitutto dobbiamo essere bravi a saper utilizzare i ristori governativi. Sfruttando, ad esempio, il pacchetto di sei delibere regionali che puntano alla ripartenza del settore culturale e turistico della Puglia. Ci sono misure interessanti, come ‘Custodiamo il Turismo in Puglia 2.0’ e ‘Custodiamo la Cultura in Puglia 2.0’, arrivati dopo gli stanziamenti fatti da Puglia promozione nei mesi scorsi per 18 milioni di euro nel complesso. Per le PMI c’è un ulteriore budget pari a circa 26 milioni di euro, me ancora sei milioni di euro le risorse dedicate alla filiera della Cultura. Sono tutti aiuti a fondo perduto, calcolati in percentuale sulle perdite di fatturato. Strumenti fondamentali per il futuro: come Confapi recitiamo in pieno il nostro ruolo di vicinanza e assistenza».
La pandemia ha distrutto, o quasi, la nostra economia. Come se ne esce?
«La situazione è critica, quasi inutile ribadirlo. La nostra urgenza è stata quella di mettere in sicurezza le nostre aziende e i posti di lavoro. Ovviamente puntiamo sulla ripresa, un “rimbalzo” che inizia a fornire timidi segnali: nei primi quattro mesi del 2021 in Puglia sono stati attivati 6.726 rapporti di lavoro dipendenti, dopo il disastro del meno 19.839 unità del 2020. Ciò che avveniva prima della crisi era un’altra storia, con numeri neppure lontanamente paragonabili. Noi possiamo essere bravi quanto vogliamo, ma le istituzioni ci devono aiutare».
Presidente Palasciano, tra Nord e Sud c’è ancora un abisso…
«Purtroppo in modo sempre più evidente. La pandemia ha accresciuto i divari territoriali, di genere, di età e fra i settori produttivi, ma il digitale è la leva per ridurli. È proprio l’utilizzo delle nuove tecnologie che consentirà di limitare le differenze tra piccole e medio-grandi aziende».
Parliamo di coronavirus. È necessario non abbassare la guardia. Come organizzazione siete stati fondamentali nell’elaborazione del protocollo vaccinale per le aziende pugliesi.
«Lo abbiamo fatto con grande convinzione. Per salvaguardare la salute di tutti i lavoratori e una vita serena all’interno delle aziende, in modo che possano operare senza il timore di blocchi e focolai».
Tanti giovani tarantini e non solo “fuggono” dalla propria città per realizzarsi lavorativamente al nord. Cosa si può fare per evitare questa fuga di cervelli?
«Come Confapi Taranto, vogliamo evitare questo “svuotamento”. Naturalmente, anche in questo caso, bisogna sfruttare le opportunità che ci sono come “Resto al Sud”, nate per sorreggere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali nelle regioni meridionali. Ci sono fondi per 1 miliardo e 250 milioni di euro».
Lei è Co-managing Partner di un’importante azienda pugliese, la New Euroart di Grumo Appula.
«Dal 2001 New Euroart opera nel campo della costruzione e montaggio di impianti industriali, dalla loro progettazione e realizzazione fino all’installazione e avviamento. Le nostre attività sono state continuamente focalizzate sulla soddisfazione del cliente e sul miglioramento degli standard di qualità. Le future linee guida includeranno le tecnologie più avanzate, la sensibilità e la salvaguardia dell’ambiente e l’adozione di misure volte a ridurre o eliminare il rischio o le condizioni di pericolo.
Lavorando con clienti internazionali, leader nei settori dell’Oil & Gas, Power Generation e Off-Shore, l’azienda ha acquisito elevati standard tecnologici e metodologici».
Quali sono le sfide del futuro?
«Vogliamo mantenere alti i livelli e migliorarli ulteriormente. New Euroart ha puntato molto su qualità, sicurezza e ambiente. Le competenze tecniche e gestionali esistenti garantiscono da un lato affidabilità nell’esecuzione dei progetti e flessibilità, ma dall’altro i principali fattori di sviluppo e continuità del business si basano su tecnologie avanzate e attenzione alle esigenze del mercato. La strategia aziendale mira a raccogliere la sfida di un mercato in rapida evoluzione grazie all’innovazione tecnologica.
New Euroart è un’azienda orientata al mercato che punta alla soddisfazione del cliente».
Avete anche una importante carta da giocare sul fronte dell’energia verde…
«Una svolta futura a sostituzione dei combustibili fossili, ad oggi fonte primaria di emissioni carboniose in atmosfera, è l’idrogeno. Soprattutto nel settore dei trasporti, l’utilizzo di celle a combustibile alimentate a idrogeno, porterebbe a una notevole diminuzione dell’impatto ambientale. Una cella a combustibile, o fuel cell, è un dispositivo che consente di produrre energia, tramite reazione elettrochimica, a partire dall’idrogeno. Quando vengono utilizzati questi dispositivi, gli unici prodotti di scarto sono costituiti da vapore acqueo e acqua di condensa, inoltre i livelli di emissività rumorosa sono molto ridotti.
Noi di New Euroart Srl, assieme al Politecnico di Bari e al Distretto Nuova Energia siamo impegnati nella ricerca, nella filiera dell’idrogeno, con il Progetto H2-SM».
Di cosa si tratta?
«L’obiettivo principale è quello di produrre idrogeno, utilizzando tecnologie consolidate e mature. Infatti, partendo dal fotovoltaico, ovvero sfruttando l’energia solare, si ha la produzione di energia elettrica utilizzata per il meccanismo di elettrolisi tramite il quale viene prodotto idrogeno. Questo viene poi stoccato e direzionato utilizzando dei sistemi studiati ad-hoc, prima del suo utilizzo nel settore dei trasporti sia pubblico che privato e in particolare nella mobilità ferroviaria. L’attività di ricerca non prevedrà solo la fattibilità tecnica del progetto ma anche quella economica, con valutazione del business legato al prodotto e l’identificazione delle attività e delle risorse chiave per l’effettuazione delle analisi economico-finanziarie degli investimenti.
Il progetto H2-SM soddisfa appieno il concetto di green energy, ovvero energia a basso impatto ambientale, e permetterebbe alla Puglia di diventare un fiore all’occhiello della mobilità sostenibile offrendo, altresì, al turismo paesaggi naturalistici a zero emissioni e bassissimo inquinamento acustico».